Baron
Amadeus Bastien Codadiporco


Divertimento in musica e parole

sulle lettere di W.A. Mozart
alla cugina Maria Anna Tekla
e sul Bastiano e Bastiana


scritto e diretto da
Paolo Miccichè

wolfgang
Massimo Tarducci

costumi
Alessandra Vadalà

attrezzi di scena
Cristina Conticelli

concertatore e direttore d'orchestra
Emir Saul



LE RAGIONI DI UNA PROPOSTA

Non volevamo festeggiare il compleanno di Wolfgang
senza apporvi un "fiocco" originale
ed ecco quindi un Dittico dalla drammaturgia inedita
attorno al fil rouge dell'amore, in cui Mozart stesso incarna il ruolo del protagonista che tiene assieme opposte visioni, ambedue però mozartiane: nelle Lettere alla Cugina
ci mostra la faccia sporcacciona mentre nel
Bastiano e Bastiana
vincono armonia e purezza.
Le lettere furono per secoli tenute nascoste perché considerate, in parte a ragione, imbarazzanti.

 

produzione per il
Ravenna Festival 2006

La Terza Prattica
per conto
degli Istituti Musicali Pareggiati
"Verdi" di Ravenna e "Franci" di Siena



Orchestra dell'Istituto Musicale Pareggiato
"Giuseppe Verdi" di Ravenna
in collaborazione con
l'Orchestra dell'Istituto Musicale "Lettimi" di Rimini


allievi della classe di canto di
Anastasia Tomaszewska Schepis
Istituto Musicale Pareggiato
"Rinaldo Franci " di Siena


Ravenna Festival
Teatro Comunale di Russi

sabato 22 luglio 2006 ore 21



Il motivo è legato alla passione "maialesca" di Wolfgang
che mal si coniugava con l'apollinea immagine accademica.
In realtà esse sono il retro della stessa medaglia:
l'apollineo è forse la necessaria compensazione "artistica"
ad un animo disordinato, libertino e giocoso;
l'altra grande caratteristica di queste lettere è infatti un "musicale" e sorpendente virtuosismo di scrittura,
un superbo gusto del nonsense,
un candore assoluto che tratta argomenti "sporchi"
con la stessa leggerezza con cui lo farebbe un fanciullo…l'eterno fanciullo!

A seguire il singspiel Bastiano e Bastiana,
delicato inno all'ingenuità, alla purezza
e soprattutto all'amore ritrovato, tema fondamentale,
quasi ossessione trasversale nell'opera di Mozart.
In entrambi i casi però è sempre lui,
Wolfgang, il mago affabulatore
che dopo aver lasciato la cugina si trasforma nel Mago Colas
ed entra nella sua opera giovanile per divertirsi
ad essere il motore dell'incanto amoroso dei due fanciulli,
lasciando al cantante solo i numeri musicali in tedesco.
Il basso fa buon viso a cattivo gioco
ma poi Mozart finirà per spiare insieme a lui i due innamorati dandogli il permesso di finire indisturbato
l'opera per godersi, estasiato, il gran finale
della ricomposizione amorosa.

Paolo Miccichè

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